Oltre un milione di proprietari ha scelto la tassa piatta nel 2013. Quasi il doppio rispetto al debutto del 2011.
I dati presentano primi timidi segnali di regolarizzazione delle locazioni in nero. D’altronde solo la presenza di grandi detrazioni o altre variabili fiscali possono mettere in dubbio la convenienza della tassazione piatta che consente di versare un’imposta sostitutiva del 21% su un canone libero, anziché pagare l’Irpef con aliquota dal 23 al 43%, l’addizionale comunale e regionale, l’imposta di registro e il bollo.
Le statistiche dicono che in tre anni il volume dei canoni di locazione sottoposti alla tassa piatta è passato da 4,2 a 7,4 miliardi di euro. Ed il trend è in crescita. Nel 2013 la tassa piatta ha fruttato allo Stato 1,5 miliardi che sono diventati 1,7 l’anno successivo. Nella fascia di reddito oltre i 75mila euro quasi il 20% dei contribuenti applica l’imposta. In aumento i canoni dichiarati nel Centro-Sud.
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