Soltanto a seguito della formale presentazione del provvedimento deliberato dal Consiglio dei ministri il 29 agosto scorso, potrà quindi proseguire l’esame del testo sulla voluntary disclosure.
L’autoriciclaggio al centro dell’attenzione – Un nodo difficile da sciogliere, quello del nuovo reato che dovrebbe vedere presto la luce, che continua a essere conteso tra diversi provvedimenti.
È infatti da rilevare come, effettivamente, nel ddl Criminalità presentato nel Consiglio dei ministri del 29 agosto scorso siano presenti specifiche disposizioni in tema di autoriciclaggio, le quali individuano tuttavia condotte al ricorrere delle quali scatta il reato diverse da quelle previste nella proposta di legge sul rientro dei capitali.
Più precisamente, mentre il testo all’esame della Commissione finanze amplia notevolmente le fattispecie rilevanti ai fini del reato di autoriciclaggio, il ddl Criminalità finisce per individuare in maniera più puntuale le condotte, restringendo quindi notevolmente i casi in cui si può parlare di autoriciclaggio.
Un buon compromesso potrebbe essere rappresentato dal risultato raggiunto dalla Commissione giustizia della Camera in sede di parere sulla proposta di legge in tema di riemersione dei capitali.
Secondo quanto stabilito dalla Commissione giustizia, infatti, l’autore del reato non può essere punito se il denaro o le altre utilità originate dal delitto presupposto sono state destinate alla utilizzazione e al godimento personale.
Sebbene, quindi, le disposizioni in tema di autoriciclaggio fossero state, sin dall’inizio, legate alle norme sulla voluntary disclosure, ora i loro cammini potrebbero separarsi.
Effettivamente, il nuovo reato sarebbe sicuramente stato un incentivo all’emersione dei capitali, ma il Governo preferisce condurre il gioco, e lasciare ferma la nuova previsione introdotta nel disegno di legge sulla criminalità.
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