La nuova detrazione del 24% – Se negli anni siamo stati abituati alle classiche detrazioni del 19%, quest’anno faranno capolino, tra i quadri del 730, anche le nuove detrazioni del 24%.
Questa maggiore percentuale è prevista esclusivamente per le erogazione liberale alle ONLUS (per un importo non superiore ad euro 2.065 euro) e per le erogazioni liberali in favore ai partiti e movimenti politici (per gli importi compresi tra 50 e 10.000 euro).
Le Onlus – Sicuramente ampissime sono oggi le possibilità concesse a tutti coloro che effettuano erogazioni liberali alle Onlus.
Oltre alla detrazione del 24% appena richiamata, non possiamo dimenticare che è consentito anche fruire della deduzione nel limite del 10 per cento del reddito complessivo (comunque nella misura massima di 70.000 euro).
Non è ovviamente possibile fruire sia della detrazione d’imposta che della deduzione, essendo queste forme alternative: sarà pertanto il contribuente a dover scegliere la soluzione più conveniente, la quale sarà vincolante per l’intero periodo d’imposta.
Il 5 per mille – Altro importante strumento per le Onlus è rappresentato dalla destinazione del 5 per mille, con il quale i contribuenti, pur non potendo beneficiare di un risparmio di imposta, possono “dirottare” parte delle somme dovute agli enti non profit.
La destinazione del 5 per mille, ad oggi, non ha ancora avuto una disciplina stabile.
Introdotto, infatti, dall’articolo 1, comma 337 e ss., della legge finanziaria per il 2006 a titolo sperimentale è stato successivamente confermato annualmente con apposite disposizioni normative.
Per tale motivo la Legge delega fiscale, recentemente pubblicata in Gazzetta Ufficiale, ha richiesto espressamente la stabilizzazione e la razionalizzazione dell’istituto.
Moltissimi sono infatti i punti critici di tale disciplina, primo fra tutti il continuo taglio nelle somme distribuite che ci porta a parlare di una destinazione del 4 per mille piuttosto che del 5 per mille.
A ciò va aggiunto, inoltre, che le somme distribuite sono solo quelle effettivamente collegate alle opzioni dei contribuenti, mentre non è applicabile a tale istituto lo stesso meccanismo previsto per l’8 per mille, secondo il quale vengono ripartite anche le scelte inespresse.
Il 2 per mille ai partiti – Ben diversa è invece la situazione con riferimento alla possibilità di devolvere il 2 per mille ai partiti politici.
Se infatti il 5 per mille dopo otto anni ancora non trova pace, nel giro di pochi mesi il nuovo 2 per mille è ormai entrato in pianta stabile nel nostro ordinamento.
La finalità è sicuramente nobile: il 2 per mille, unitamente alle maggiori detrazioni per le erogazioni ai partiti politici, è infatti un istituto appositamente volto a ridurre il finanziamento pubblico ai partiti, fino ad azzerarlo tra quattro anni.
In questo caso, tuttavia, è bene rilevare come, a differenza di quanto previsto per l’otto per mille, i contribuenti devono espressamente indicare la volontà di devolvere le somme, mentre non sarà previsto alcun riparto delle scelte inespresse. Su tale punto, tuttavia, non sono mancate alcune perplessità, soprattutto a causa della formulazione poco chiara della norma.
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