Sul contenuto del comunicato ben poco si può dire, visto che si tratta di poche righe, che integralmente riportiamo: “Viene posticipato al 16 ottobre 2017 il termine per effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati delle fatture emesse e ricevute relative al primo semestre del 2017. La proroga è prevista da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, che oggi ha firmato il provvedimento”.
La questione che sta tenendo banco, più che la proroga (per inciso, la quarta), è quella degli invii che negli ultimi giorni sono stati oggetto di scarto privo di motivazione. Un’anomalia del sistema (o meglio, ancora un’anomalia), cui è seguito senza dubbio anche un problema di comunicazione con l’utenza. Risultava infatti pressoché impossibile contattare il servizio di assistenza per conoscere le ragioni dello scarto, e soprattutto per sapere se procedere con un nuovo invio o meno. A complicare il tutto anche le discordanti informazioni fornite dalle software house, sommerse di chiamate: alcune rassicuravano sul fatto che il file sarebbe stato evaso da parte dell’Agenzia in un secondo tempo, raccomandando di non rispedire onde evitare duplicazioni. Altre davano l’indicazione esattamente opposta. Il problema vero è nato dal fatto che tutte si basavano su risposte fornite dall’Agenzia stessa. Insomma, un caos, che ha trovato soluzione (anche questo) nella giornata del 4 ottobre, quando l’Agenzia ha ufficializzato che i file indebitamente scartati dovranno comunque essere nuovamente inviati a cura dei contribuenti e loro intermediari.
E ancora resta irrisolta la questione delle sanzioni, come rimarca il Presidente nazionale dei Commercialisti Massimo Miani: “Avevamo chiesto di spostare a metà ottobre i termini per lo spesometro già lo scorso luglio. Ci avevano detto che era impossibile, poi, di rinvio in rinvio, a quella data si è finalmente arrivati. Meglio tardi che mai. Ma resta ancora del tutto irrisolto il nodo delle sanzioni, tema sul quale il Governo continua a non esprimersi ufficialmente. Non sappiamo ancora se questo adempimento sarà alla fine considerato sperimentale e quindi se le sanzioni saranno effettivamente sospese, senza se e senza ma, come chiediamo da settimane”.
Un altro aspetto che fa discutere è quanto emerso nel corso dell’audizione tenutasi dinnanzi alla Commissione Anagrafe Tributaria, sempre il 4 ottobre. Ad essere “chiamati a rapporto” sono stati i vertici della SOGEI, tenuti a rispondere sulle denunciate falle di sicurezza del sistema Fatture e Corrispettivi. Falle che i rappresentanti di SOGEI hanno negato, o meglio, spiegato. Secondo i tecnici informatici il fatto che l’intermediario potesse spedire senza dimostrare prima una delega da parte del contribuente (inteso come collegamento espresso e controllato in fase di ingresso nella procedura), così come il fatto che si potesse visionare dati inviati da altri intermediari e contribuenti, o modificarli, non era un “buco”, bensì una precisa scelta fatta nell’ottica di semplificare l’adempimento. Un restrizione non imposta coscientemente, quindi, e non una dimenticanza. Sta di fatto che dopo le contestazioni insorte il sistema è stato completamente rivisto (o meglio, lo sarà, visto che non tutta l’operazione di ‘sistemazione’ degli accessi è stata completata), imponendo maggiori controlli e restrizioni, e penalizzando quella flessibilità che invece era l’obiettivo che, sempre secondo i tecnici, si era voluto perseguire con l’impostazione precedente.
Una versione dei fatti che non ha convinto i Commercialisti: “Le dichiarazioni rilasciate dai vertici di Sogei nel corso dell’audizione parlamentare di oggi sulla vicenda spesometro lasciano a dir poco perplessi – così i delegati alla fiscalità del Consiglio nazionale dei commercialisti, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal – Non solo viene confermato che, a tutt’oggi, non è stata ancora ripristinata la totale funzionalità dell’interfaccia web “Fatture e Corrispettivi” ma addirittura si annuncia, a fronte delle evidenti falle che il sistema ha mostrato in punto di tutela della privacy dei contribuenti, l’avvio di verifiche finalizzate ad individuare, da una parte i soggetti che hanno avuto accesso a file non firmati da loro stessi pur non essendo stati delegati esplicitamente sui sistemi alla consultazione dei dati, dall’altra le informazioni visualizzate”. Ed ancora: “E’ fin troppo banale evidenziare che la tutela della privacy deve essere garantita “a monte” dal sistema informatico, impedendo l’accesso da parte di soggetti non autorizzati. L’aver lasciato la porta aperta costituisce dunque grave violazione della privacy addebitabile ab origine a chi quel sistema lo ha implementato e non a coloro che eventualmente hanno avuto accesso a dati non inviati da loro stessi”.
Nel frattempo, secondo l’AD di Sogei, possiamo stare tranquilli, perché allo stato attuale delle verifiche, che sono ancora in corso, risulterebbe che alcun dato sia stato trafugato.
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