Il meccanismo è quello consueto: occorre presentare apposita istanza, indicando quali ruoli si intende rottamare, il tutto entro il termine del 15 maggio 2018. L’istanza può essere compilata e trasmessa online, tramite il servizio ‘Fai D.A. te’, ovvero l’apposita procedura web messa a disposizione sul sito dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione, oppure la modulistica di adesione (modulo DA 2000/17 – disponibile sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it) può essere inviata via PEC o ancora presentata in forma cartacea agli sportelli territoriali.
Con l’adesione alla rottamazione, effettuabile anche per singoli ruoli, si rende possibile versare l’importo residuo delle somme dovute, senza corresponsione di sanzioni e degli interessi di mora. Per le cartelle costituite da sole sanzioni (es. multe stradali), ad essere stralciati saranno gli interessi e le maggiorazioni previste dalla vigente normativa.
Tutto bene (o quasi), non fosse che a cinque giorni dalla scadenza sono innumerevoli le segnalazioni da parte dei contribuenti di mancata ricezione delle indispensabili informazioni volte a venire a conoscenza dell’esistenza di una cartella a ruolo e della conseguente opportunità di valutare se aderire o meno alla rottamazione.
Infatti, per quanto la norma stessa imponesse all’Agenzia delle entrate-riscossione di inviare, entro il 31 marzo 2018, una comunicazione ai contribuenti, nella quale dovevano essere indicati i carichi dell’anno 2017 affidati agli enti creditori entro il 30 settembre 2017, per i quali non risultasse ancora notificata la relativa cartella, tali comunicazioni in gran parte risultano non pervenute, oppure pervenute in grave ritardo. E’ di queste ore, infatti, la conferma che a tutt’oggi pervengono tali informative, con oltre due mesi di ritardo. Questa situazione, evidentemente, non permette di effettuare una valutazione compiuta sulla situazione del contribuente, se non costringendo i contribuenti stessi ed i loro consulenti all’ennesimo tour de force.
Non è dato a sapere se la causa di questo grave ritardo sia imputabile alla tardiva emissione delle comunicazioni cui sopra, o se dipenda da disservizi postali, visto che la trasmissione delle informazioni è stata affidata (a nostro avviso improvvidamente) al servizio di posta ordinaria.
Sta di fatto che i dati mancano e pertanto la rottamazione in taluni casi non viene nemmeno presa in considerazione, poiché non si conosce la circostanza che risultino somme a ruolo, oppure – in caso di ritardo – non può essere affrontata con i dovuti tempi di riflessione.
E’ ben vero che sul sito dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione vi è la possibilità di richiedere espressamente il prospetto informativo, che dovrebbe riportare l’intera situazione del contribuente con distinta annotazione delle somme rottamabili e non rottamabili, tuttavia è evidente che, visto che la norma imponeva la trasmissione del prospetto stesso a carico dell’Agenzia nel caso di cartelle presenti e non notificate, entro il lontano 31 marzo, molti potrebbero non aver fatto espressa richiesta in fiduciosa attesa di quanto eventualmente sarebbe dovuto pervenire d’ufficio.
Un’ultima alternativa a disposizione del contribuente e del suo consulente è l’accesso all’area riservata del sito Agenzia Entrate e Riscossione.
Peccato che non ancora tutti siano dotati di credenziali Fisconline o SPDI necessarie ad entrare nell’area riservata per la consultazione dell’estratto di ruolo e per l’eventuale conferimento di incarico ad un intermediario per la gestione della posizione. Infine, ammettiamolo, prendere confidenza con una piattaforma che ha subito un’infinità di modifiche nel tempo non è così agevole, e ancor più lo è per un ‘privato cittadino’.
Tuttavia, il punto sul quale focalizzare l’attenzione, il vero problema, è il fatto che le comunicazioni che dovevano avvisare il contribuente di una o più cartelle pendenti ma non ancora notificate sono in gran parte non pervenute.
Questa circostanza comporta il fatto che a carico del contribuente risulti la cartella (ed infatti da una consultazione sulla piattaforma EquiPro essa emerge), peccato che il contribuente non lo sappia. Stiamo parlando, infatti, di cartelle non notificate, delle quali il contribuente potrebbe essere del tutto all’oscuro, non immaginando, quindi, nemmeno di essere nelle condizioni di valutare l’opportunità di rottamare.
Uno scenario, questo, inaccettabile, non solo dal punto di vista del rispetto necessario nel rapporto tra cittadino e Stato, ma anche in contrapposizione con quanto espressamente previsto dalla norma. Inaccettabile e peraltro non dimostrabile, posto che, ricordiamo, le comunicazioni sono state / avrebbero dovuto essere inviate a mezzo posta ordinaria, il che, se vogliamo, fa amaramente sorridere in un periodo storico come questo, in cui tutto sembra dover essere tassativamente digitalizzato, ad ogni costo.
Insomma, per aderire alla rottamazione occorre presentare un modulo allo sportello (quindi ‘protocollarlo’) o presentarlo via PEC o direttamente dal sito. Di per contro, l’Agenzia avvisa i contribuenti di cartelle pendenti e non notificate via posta ordinaria (strumento affatto affidabile e non tracciabile). Risultato: queste comunicazioni non si comprende bene che fine abbiano fatto.
Per queste ragioni l’Associazione a tutela dei cittadini ‘Codici’, in persona del Segretario Nazionale Ivano Giacomelli, congiuntamente con Fiscal Focus, in persona del Direttore Antonio Gigliotti, hanno richiesto ufficialmente una proroga al Governo “per poter usufruire del beneficio della rottamazione bis, che per molti italiani potrebbe costituire una vera e propria salvezza”.
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