Riflessi sulla ripresa – Se non c’è lavoro, la ripresa stenta a prendere quota. Questa è la sintesi dello scenario illustrato dal numero uno del Fondo monetario internazionale. Una sintesi che non gioca a fatto a favore dei Paesi coinvolti. Il parere di Lagarde è che l’aumento della disoccupazione implichi dei riflessi oggettivi sull’economia, come appunto la contrazione dei consumi. Una volta ridotti i consumi, la crescita si presenta lenta e difficile. Il punto è che senza domanda non c’è offerta e l’offerta coincide con la produzione, con il lavoro quindi. È uno stretto circolo vizioso nel quale le cause sono legate a doppio filo con le conseguenze, risultando spesso intercambiabili. Secondo il direttore generale dell’organismo economico internazionale, l’unica via capace di far invertire la rotta e dare gas all’occupazione sarebbe appunto la crescita. Dai riscontri effettuati è infatti emerso che anche solo un punto percentuale di crescita in più per quel che concerne le economie più forti consentirebbe la contrazione del tasso di disoccupazione pari a mezzo punto. In altri termini, ciò significa che potrebbero ottenere un posto di lavoro ben quattro milioni di persone.
Debito e crescita – Ma la crescita da che parte deve prendere le mosse? Qual è il primo mattone da mettere per poter tirar su il progetto di ripresa? Ebbene, per quel che concerne la situazione che è andata creandosi in Europa, Christine Lagarde sostiene che “per rilanciare la crescita è necessario che famiglie, aziende e governi riducano gli elevati livelli di debito”. Dunque, si dovrà innanzitutto operare sul debito pubblico, sul quale gli Stati nazionali devono intervenire con provvedimenti volti alla contrazione. Saranno quindi opportune delle misure graduali, quanto mirate e precise, volte a ridurre il debito attraverso un risanamento fiscale attuabile nel medio termine. Una sorta di risanamento che, secondo il numero uno del Fmi, appaia alla stregua di un incanalamento del budget verso la crescita. Debito, crescita e lavoro sono pertanto dei tasselli di un unico mosaico, considerato che riducendo il debito si avvia la crescita così come la ripresa economica permette più ampie possibilità occupazionali e una maggiore protezione dei disoccupati.
L’Unione bancaria – Per l’Europa sarà quindi necessario andare avanti col programma dell’Unione bancaria, su questo punto Lagarde non ha alcun dubbio. Crescita e occupazione sono dei frutti che non possono cadere troppo lontano dall’albero dell’Unione bancaria, che nello specifico servirà “per stabilizzare il settore finanziario ed evitare contagi, e riduce l’incertezza per gli investitori”.
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