L’obbligo di installazione del POS non trova pace. Dopo l’annuncio del viceministro dell’Economia Casero avvenuto nel pieno del mese di agosto si inseguono le ipotesi e tutti gli operatori commercianti, ristoranti, artigiani e professionisti sono in spasmodica attesa.
Il Governo ha deciso di incentivare al massimo l’uso della moneta elettronica. Il decreto che individuerà le sanzioni per coloro che non istalleranno il POS rifiutando di ricevere i pagamenti con carte di credito o debito dovrebbe essere varato nei prossimi giorni.
La previsione dell’obbligo
La prima previsione in tal senso è contenuta nel c.d. decreto sviluppo – bis risalente al mese di ottobre dell’anno 2012. La Legge di Stabilità del 2016 è intervenuta ancora una volta estendendo l’obbligo in rassegna. In particolare, secondo la nuova previsione devono essere accettati i pagamenti anche mediante carte di credito, oltre che di debito, anche per piccoli importi inferiori a 5 euro, tranne i casi di oggettiva impossibilità tecnica.
Allo stato attuale manca una specifica sanzione da applicare nell’ipotesi di inosservanza dell’obbligo. Inoltre non è chiaro cosa si intenda per “oggettiva impossibilità tecnica”.
I soggetti obbligati
L’obbligo riguarda in generale le imprese, quindi anche gli artigiani, i commercianti, i professionisti. Sono dunque interessati i Dottori commercialisti, i consulenti del lavoro, i notai, etc. Sono parimenti obbligati ristoranti, alberghi, falegnami, idraulici, etc. L’unica eccezione riguarderà coloro che si trovano oggettivamente nell’impossibilità tecnica di installare il POS.
Possibili esclusioni
Il profilo soggettivo è di importanza fondamentale. In alcuni casi, avendo riguardo alle caratteristiche oggettive dell’attività, la previsione dell’obbligo di installazione del POS non ha alcun senso. In generale si dovrebbe prevedere l’esclusione per tutti quei soggetti che non hanno un rapporto diretto con il pubblico, quindi con i consumatori finali.
La norma originaria prevedeva, almeno fino al 30 giugno 2014, l’esonero per i soggetti imprese e professionisti con ricavi nell’anno precedente fino a 200.000 euro. In pratica risultavano esclusi i soggetti di minori dimensioni. Ora però, non è previsto alcun limite quantitativo. Pertanto tutti i predetti soggetti dovrebbero risultare obbligati.
Sono parimenti obbligati tutti i professionisti che non potranno beneficiare di alcuna esclusione. E’ però allo studio la possibilità di escludere i professionisti che non hanno un rapporto economico diretto con la clientela, ma che emettono la relativa fattura nei confronti dello studio associato di cui fanno parte. In questo caso il pagamento con carta di debito o credito sarebbe meramente teorico e questo spiegherebbe l’esclusione.
L’esclusione potrebbe riguardare anche tabaccai e benzinai. Infatti la gestione dei generi di monopolio e delle accise sui carburanti potrebbero sconsigliare la previsione dell’obbligo. L’esonero potrebbe però essere solo temporaneo.
La variazione dell’obbligo
E’ ancora in corso la possibilità di prevedere il mutamento dell’obbligo. Attualmente, pur mancando la relativa sanzione, la violazione si realizza in conseguenza della mancata installazione del POS. Ora, invece, tramite il rinvio ad una norma del codice penale, si sta pensando di irrogare la sanzione a coloro che rifiuteranno il pagamento con gli strumenti elettronici. In buona sostanza fin quando non si rifiuta alcun pagamento non si realizzerebbe alcuna violazione.
Nell’ipotesi in cui la norma fosse modificata nei termini sopra esposti, i professionisti aventi dimensioni rilevanti, che nella pratica non ricevono mai richieste di pagamenti con moneta elettronica, anche in ragione degli ingenti importi fatturati, non commetterebbero alcuna violazione anche nell’ipotesi di mancata installazione del POS. Si consideri ad esempio l’attività svolta da un notaio che, unitamente ai compensi, incassa l’imposta di registro relativa all’atto rogato oggetto di successiva registrazione. E’ certo che il cliente non effettuerà il pagamento né con carta di credito, né di debito in considerazione del massimale previsto dalla banca. L’imposta di registro da pagare al notaio raggiunge frequentemente importi elevati tali da impedire, di fatto, il pagamento con moneta elettronica.
Non si tratterebbe di una esclusione espressa della categoria, ma di fatto la norma sarebbe riscritta nel senso di esonerare naturalmente determinati professionisti aventi specifiche caratteristiche in ragione dell’attività svolta e dimensionali.
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