L’emendamento approvato – Con l’approvazione dell’emendamento approvato dalla Camera dei Deputati si prevede l’attribuzione di un credito d’imposta, a decorrere dal 2018, in favore di imprese e lavoratori autonomi che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, il cui valore superi almeno dell’1% quelli, di analoga natura, effettuati nell’anno precedente. Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, previa istanza al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria – è pari:
La definizione delle modalità e dei criteri di attuazione è demandata ad un DPCM, da adottare, su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del Decreto Legge, nel rispetto della normativa UE sugli aiuti di Stato (Dossier 17050 Camera dei Deputati). Il credito d’imposta è concesso nel limite massimo di spesa stabilito annualmente con il DPCM che ripartisce le risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dello Sviluppo Economico (art. 1, co. 4, primo periodo, della L. 198/2016). Con il medesimo DPCM si stabiliscono, altresì, i criteri di ripartizione dell’onere a carico di ciascuna Amministrazione. Questa appena citata non è l’unica novità introdotta a favore del settore pubblicitario; in particolare viene prevista l’emanazione – con Decreto del Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria – di un bando annuale per l’assegnazione di finanziamenti alle imprese editrici di nuova costituzione, il cui scopo è favorire la realizzazione di progetti innovativi, anche con lo scopo di rimuovere stili di comunicazione sessisti e lesivi dell’identità femminile e idonei a promuovere la più ampia fruibilità di contenuti informativi multimediali e la maggiore diffusione dell’uso delle tecnologie digitali. I contributi sono concessi nel limite massimo di spesa stabilito annualmente con il DPCM che stabilisce la ripartizione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione assegnate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ai diversi interventi di competenza (art. 1, co. 6, della L. 198/2016).
Credito di imposta campagne pubblicitarie – Saranno interessate dall’agevolazione per investimenti in campagne pubblicitarie le imprese, i lavoratori autonomi e quindi anche i professionisti. Sull’individuazione delle dimensione delle imprese, considerando che per quelle di piccole, e medie dimensione nonché microimprese e start-up innovative l’agevolazione fiscale è innalzata al 90% del valore degli investimenti incrementali effettuati nell’anno precedente, è necessario far riferimento alla normativa relativa alle tipologie di imprese richiamate; ad esempio per l’individuazione e del rispetto dei requisiti previsti per le piccole, medie nonché microimprese si prenderà a riferimento la Raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003, relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese (2003/361/CE) (in Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee L 124 del 20 maggio 2003), recepita con Decreto del Ministro delle Attività Produttive del 18 aprile 2005 (in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 138 del 12 ottobre 2005), nonché all’Allegato I del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014. Pertanto, sono considerate piccole imprese quelle che contestualmente hanno meno di 50 occupati e un fatturato annuo (oppure un totale di bilancio annuo) non superiore a 10 milioni di euro.
Sono medie imprese, invece, quelle che contestualmente hanno meno di 250 occupati e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro. Le imprese che non rientrano nei parametri di cui sopra sono da considerarsi come grandi imprese. Per l’individuazione dei requisiti di cui alle start-up innovative si potrà far riferimento a quanto previsto invece dal D.L. 221/2012, ossia D.L. crescita 2.0.
Come opera il credito di imposta – Affinché possa essere riconosciuto il credito d’imposta in commento è necessario dunque che l’investimento superi almeno dell’1% quelli, di analoga natura, effettuati nell’anno precedente e sulla variazione incrementale saranno dunque calcolate le percentuali sopra richiamate e collegate alla dimensione dell’impresa stessa. In sostanza non è agevolato l’intero investimento ma la variazione incrementale positiva rispetto ai medesimi investimenti effettuati nell’anno precedente.
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