Un primo vaglio sarà effettuato dalla Commissione Bilancio, con la verifica dell’ammissibilità, poi si passerà alla discussione sui punti principali, sostanzialmente quelli presentati con il sostegno o su indicazione dell’esecutivo, per infine arrivare, martedì 19 dicembre, con il testo aggiornato alla Camera.
Tra le novità che potrebbero essere accolte vi è quella della rimodulazione delle scadenze fiscali. Da un lato con il rinvio di alcune disposizioni, dall’altro lato con la previsione di una diversa cadenza degli adempimenti.
Quanto ai rinvii, fermo restando quello al 2018 dell’I.R.I. (Imposta sul Reddito di Impresa), sul quale non vi è più dubbio alcuno, si prospetta che (come riportato nell’articolo di oggi: “Manovra, si cambia tutto, di nuovo. In forse gli I.S.A.”), il rinvio di un anno dell’introduzione degli I.S.A. (Indici Sintetici di Affidabilità) che avrebbero dovuto, almeno per le attività per le quali tali indici sono già stati elaborati, andare a sostituire gli Studi di Settore.
Slitterebbe così di un anno la principale operazione di “compliance” che tanto festosamente era stata annunciata, alla luce, pare, delle sperequazioni che si verrebbero a creare tra contribuenti, taluni sottoposti ancora a Studi di Settore, altri ad I.S.A.. In breve, per non fare torto a nessuno, Studi di Settore per tutti, almeno ancora per un anno.
La Commissione Finanze della Camera, la medesima che propone il rinvio degli I.S.A., si muove anche sul fronte del calendario fiscale, nell’intento di stabilire scadenze certe e che non diano luogo agli “ingorghi” cui siamo tristemente abituati.
Il futuribile calendario potrebbe vedere l’accoglimento, in via definitiva, di alcune scadenze che di fatto sono invariate negli ultimi anni, ma solo per via di reiterate proroghe, ed una serie di accorpamenti.
Tra le proposte segnaliamo l’unificazione del termine di trasmissione telematica dei Redditi, della dichiarazione IRAP, del 770 e delle CU (quelle che accolgono redditi che non sono coinvolti nell’operazione 730 telematico): per tutti questi adempimenti è proposto il termine unico 31 ottobre. Ed effettivamente, non fosse per la dichiarazione IVA che, ricordiamo, l’anno prossimo dovrà essere trasmessa entro il 30 aprile, se questa proposta venisse accolta si verrebbe di fatto a tornare ad un termine “Unico”, come il dismesso dichiarativo. Insomma, prima si accorpa, poi si smembra, poi si riaccorpa di nuovo, quanto meno a livello di scadenza, seppure mantenendo separate in quattro dichiarativi diversi quello che un tempo era unificato in uno solo, e imponendo pertanto una marea di invii telematici, seppure tutti nella medesima data. Quanto poi, tutto questo, sia aderente alla tanto agognata semplificazione, è da verificarsi.
Nuovamente in campo anche la Comunicazione Dati delle Fatture Emesse e Ricevute, o nuovo spesometro, che per tutto il 2018 resterà in vigore, in attesa dell’introduzione della e-fattura obbligatoria. La proposta è quella di rendere definitivo il termine di invio telematico in scadenza al 16 settembre, al 30 settembre. Si tratterebbe quindi del termine del secondo trimestre, o del primo semestre, posto che il nuovo spesometro avrà cadenza trimestrale, ma su opzione potrà essere trasmesso anche semestralmente. Per avere una visione di insieme di quello che sarà il futuro, tuttavia, occorre anche ricordare che dal 2019, con la e-fattura per tutti, resterà comunque una sorta di spesometro, dedicato alle operazioni con l’estero che avrà, nientemeno, cadenza mensile.
Se le proposte presentate saranno accolte in via definitiva cambierà anche il calendario dei 730, non solo in termini di scadenze, ma proprio di approccio. Il termine sarà infatti legato alla data in cui il contribuente presenta la necessaria documentazione al CAF. Se la documentazione sarà consegnata entro il 22 giugno, il CAF dovrà concludere l’intero iter entro il 29 giugno. Se la documentazione perviene tra il 23 ed il 30 giugno, il CAF avrà tempo fino al 7 luglio e, per finire, se il contribuente presenta la documentazione a luglio (dal 1 al 23), il CAF dovrà concludere le operazioni entro il 23 luglio, data ultima. Peraltro le scadenze su indicate comporterebbero l’intera procedura: consegna del dichiarativo al contribuente con il prospetto del risultato e trasmissione all’Agenzia delle Entrate dei medesimi dati, tutte entro il termine determinato come sopra evidenziato, in base alla data di consegna della documentazione.
E’ infine pressoché certo che salti nuovamente la “lotteria degli scontrini”, arenatasi per via della necessità di adeguare tutti gli strumenti di rilevazione (registratori di cassa), ma le maggiori preoccupazioni sono quelle che riguardano la fatturazione elettronica. Su questo fronte pare che qualcosa si stia muovendo, quanto meno per le fatture emesse nei confronti dei non titolari di partita IVA che, allo stato attuale, dovrebbero dotarsi di PEC o di Identità Digitale, obbligatoriamente, per poter essere destinatari di una fattura in formato elettronico. E’ infatti allo studio uno strumento che dovrebbe permettere alle aziende ed ai professionisti di emettere e-fattura nei confronti di un privato, seppure privo di uno dei due identificativi sopra elencati. Sarà poi il sistema dell’Agenzia delle Entrate ad assumersi il compito di recapitarla in formato.
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