Il caso più volte riportato è quello dell’immobile di 60 mila euro che con l’Ici valeva 1.671 euro nel vecchio Isee, con l’Imu varrà invece ben 5.800 euro.
Ai fini Ici infatti il valore era dato dal 20% di 8.354 euro, risultato della sottrazione fra 60mila e la franchigia da 51.646 euro. Ora, dal 1° gennaio 2015 l’Isee per quell’immobile si alzerà di 5.800 euro, con un aumento del 247,1% rispetto a prima.
Se da un lato con le nuove norme il valore dell’immobile va ridotto di un terzo prima di farlo rientrare nel patrimonio del contribuente, dall’altro non riesce a pareggiarne l’incremento apportato nel calcolo della ricchezza che ne consegue dall’Imu. E più aumenta il valore dell’immobile, meno impatto se ne ottiene nell’Isee.
Unica consolazione rimane per chi ha ancora un mutuo sulla casa aperto: nel nuovo Isee si potrà sottrarre il debito residuo con la banca dai calcoli.
Le nuove regole sulla Dichiarazione Sostitutiva Unica seppur introducendo un abbattimento automatico di un terzo, ovvero una riduzione pari al 33% prima di inserirlo tra i dati del patrimonio e quindi assoggettarlo al 20% per la determinazione dell’indicatore, introducono una condizione di sfavore per gli immobili di valore fiscale minore. Questo è quanto anche evidenziato Confedilizia in un comunicato stampa del 13 novembre scorso.
Un alto numero di proprietari di casa pertanto, pur trovandosi in una situazione economicamente peggiore, si vedrà negate agevolazioni sulle prestazioni di natura sociale e assistenziale, quali la riduzione delle rette degli asili nido, riduzione del costo delle mense scolastiche, assegni familiari, assegni di maternità, agevolazioni per utenze gas, telefono, elettricità o l’ esenzione per le prestazioni sanitarie.
http://www.fiscal-focus.info/fisco/il-nuovo-isee-beffa-la-casa,3,24724
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