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FMI tra riforme e ripresa

11 Aprile 2014silvanaNews

In Italia serve riforma mercato del lavoro, disoccupazione alta soprattutto tra i giovani.

Gli obiettivi del Fmi – In concomitanza con la riunione dei ministri finanziari e dei banchieri centrali dei Paesi del G20, il direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde, ha presentato l’Agenda del 2014. Nel delineare i punti sui quali si soffermerà l’organismo internazionale nel corso dell’anno, Lagarde ha aperto un interessante focus sull’Europa, in generale, e sull’Italia, nel particolare, evidenziando le possibilità di crescita e la necessità di andare avanti con le riforme. L’obiettivo comune, secondo il numero uno del Fondo, “è dinamizzare l’economia mondiale e fare in modo che crei occupazione”. È proprio per assicurare tali traguardi che l’organismo monetario intende focalizzare il proprio operato per il 2014 su politiche e interventi mirati a dare slancio alla crescita globale, focalizzandosi altresì “sugli spillover e sugli effetti di ritorno di una politica monetaria meno accomodante”.

Una timida ripresa – La ripresa non è forte, bensì rappresenta un flusso timido e gracile sul quale gli Stati nazionali devono necessariamente intervenire. Il processo di crescita si è certamente rinforzato, ma lascia intravedere ancora dei chiari segnali di debolezza e incertezza. Così come affermato anche dalla Banca centrale europea in riferimento esclusivo all’Eurogruppo, anche la riflessione generale del Fondo evidenzia la possibilità di forti rischi al ribasso, dovuti sia alle palesi tensioni geopolitiche che alla disordinata normalizzazione delle politiche monetarie, inoltre per alcune zone a questi aspetti di criticità va ad aggiungersi l’inflazione bassa e per i Paesi considerati emergenti anche la volatilità dei flussi di capitale. In ogni caso il direttore generale Lagarde esorta a non lasciarsi abbandonare al disfattismo, procedendo lungo la via delle misure volte a trasformare una palese crescita lenta in una crescita sostenuta. Il tutto sta, secondo Lagarde, nell’evitare di cadere nel giogo della “trappola della crescita”.

L’impegno della politica – La politica ha ovviamente un ruolo dominante in questo processo di ripresa, perché sono proprio le scelte politiche a dare impulso alla crescita, trasformandola da debole a sostenuta. Per quel che concerne un simile aspetto, Lagarde usa termini presi in prestito dallo sport, sottolineando che tale impegno non dev’essere vissuto alla stregua di uno sprint, bensì di una maratona. Insomma, costanza e tenacia, senza strafare rischiando poi di non riuscire a sostenere lo sforzo. “Nel breve termine la stanchezza per le riforme e l’insufficiente ambizione politica potrebbero spingere l’economia in una prolungata congiuntura negativa. Con la crescita in recupero rispetto ai livelli pre crisi, la pressione per immediate trasformazioni strutturali potrebbe svanire e tradursi in un rallentamento o un abbandono dei piani di riforma, riducendo il potenziale di crescita globale”, ha quindi evidenziato il direttore generale del Fondo.

Eurogruppo – Ponendo il focus sulla situazione in corso nell’area dell’euro, Lagarde ha chiarito che “sebbene molte banche abbiano migliorato i loro requisiti patrimoniali, la riparazione dei bilanci resta incompleta e la frammentazione persiste”. In sostanza, nell’Eurogruppo l’allentamento monetario “è stato mantenuto, regole per la creazione di un meccanismo per la supervisione bancaria unica sono state passate, un accordo di principio è stato raggiunto sul Meccanismo di risoluzione unico e un’analisi complessiva delle banche è in corso”.

Capitolo Italia –
Come abbiamo annunciato, nell’attenta relazione del direttore generale del Fondo monetario internazionale non poteva mancare una riflessione sul nostro Paese. Affinché la ripresa si rimetta in moto anche in Italia, una sicura via percorribile sarebbe quella dell’attuazione di una riforma del mercato del lavoro che sia davvero ‘inclusiva’, in quanto non si può nascondere che una cospicua fetta di popolazione, soprattutto tra le giovani generazioni, sia disoccupata o sottoccupata. Il nostro non è comunque l’unico Paese nel quale è importante agire con attenzione e in maniera mirata, in quanto in questa rosa Lagarde include anche Spagna, Sudafrica e molti Stati del Medioriente e del Nord Africa. Devono, in conclusione, rimodulare i rispettivi mercati del lavoro, al fine di “contrastare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione”, includendo “donne e lavoratori più anziani”, Stati quali Germania, Giappone e Corea.

Autore: Redazione Fiscal Focus

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Dott.ssa Silvana Bruce

Dott.ssa Silvana Bruce

Titolare delle studio B&G Italia S.r.l. & Partners Collaboratrice diretta dell’Ambasciata Argentina – Dipartimento Sviluppo Economico

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