Fare chiarezza – I tributaristi vogliono chiarezza sulla delicata questione del regime dei minimi. Dunque, a sei mesi dall’attuazione della norma transitoria, che ha prorogato per il 2015 l’imposta al 5%, gli iscritti alla Lapet di Roberto Falcone pretendono che venga data stabilità al provvedimento. “Sebbene riteniamo che si tratti di un’importantissima disposizione che deroga a quanto disposto dall’art.1 comma 85 della Legge di Stabilità 2015, continuiamo a sostenere la necessità di fare definitivamente chiarezza sulla questione”, ha dichiarato il presidente Falcone.
Le questioni aperte – Al momento, tra le questioni ancora da risolvere spicca quella relativa a quanti alla data di conversione del Decreto Milleproroghe hanno già iniziato l’attività applicando il nuovo regime forfetario e, visto che la norma è divenuta operativa dal 1 gennaio 2015, hanno la possibilità di adottare il regime dei minimi. Su ciò e sui requisiti stringenti della norma, i tributaristi chiedono risposte certe.
Un quadro generale – Sul punto la Lapet ricorda che l’accesso al regime dei minimi, così come è avvenuto per quello al regime forfettario, risulta subordinato al rispetto di determinati requisiti. La Legge di Stabilità aveva introdotto il Regime forfettario portando l’aliquota sostitutiva al 15% e prevedendo tetti di ricavi differenti in base alle diverse categorie di partite IVA (da 15mila a 40mila euro). Ritenendo che tale norma potesse creare svantaggi ai professionisti nel confronto con le imprese, i tributaristi l’avevano contestata con forza. “Con Cna Professioni, attraverso Rete Imprese Italia, nell’audizione alla Camera del 19 gennaio scorso, avevamo fortemente sollecitato il Governo ad intervenire, proponendo di ridurre l’aliquota di imposizione forfetaria e aumentare le soglie di accesso al regime. A fronte di zero vantaggi previdenziali, la soglia dei compensi a 15mila euro è troppo bassa. Altresì sarebbe necessario, per chi inizia l’attività, magari per i primi anni, prevedere un’imposta forfettaria più bassa. Equità contributiva dunque, continua ad essere la nostra richiesta”, ha puntualizzato Falcone.
Le 10 proposte – Cna Professioni a cui aderisce la Lapet si era fatta avanti con ben dieci proposte finalizzate al miglioramento della vita dei professionisti. “Abbiamo proposto una revisione del regime dei minimi con l’elevazione della soglia di ricavo a € 30.000 per l’accesso al regime e la riduzione dell’aliquota d’imposta sostitutiva al 10%”, continuano i tributaristi tramite la Lapet. E a queste proposte aveva fatto eco l’impegno del governo espresso dalle dichiarazioni del Sottosegretario all’Economia e alle finanze Paola De Micheli: “Ritengo necessario mettere ordine nella selva normativa relativa alle professioni, frutto di una serie di interventi spot. In tema fiscale, credo che bisognerà cominciare a studiare un percorso fattibile per trovare i mezzi di sostenibilità finanziaria destinati a rivedere il regime dei minimi. Abbiamo avviato il monitoraggio e la verifica della complessa normativa degli incentivi ai professionisti, che ora ne sono incomprensibilmente tenuti fuori, dovranno esservi ricompresi, in particolare in tema di credito, export e formazione”.
Autore: Redazione Fiscal Focus
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