Premessa – Giallo sulle coperture del bonus Irpef. Infatti, i tecnici del Servizio Bilancio di Palazzo Madama, nell’esaminare l’art. 1 del D.L. 66/2014 che assegna i famosi 80 euro ai lavoratori dipendenti, pongono seri dubbi in materia di coperture, evidenziando ambiguità e punti controversi e chiedendo appositi chiarimenti al Governo. I dubbi riguardano diversi aspetti quali il taglio Irap, le rendite finanziarie e la costituzionalità delle norme sulle quote di Bankitalia. Ma vediamo più da vicino i punti critici analizzati dai tecnici del Senato.
Irap – Innanzitutto, si segnala il minor gettito derivante dal taglio dell’Irap inserito nel decreto Irpef che potrebbe essere maggiore di quanto previsto dal governo e dalla Ragioneria nella relazione tecnica al provvedimento, pari quest’anno a circa 2 miliardi. “La quantificazione di minor gettito contenuta nella relazione tecnica, – si legge nel dossier – pari a 2.059 milioni in ragione d’anno, corrisponde all’8,3% rispetto alle entrate del 2014 indicato dal predetto Bollettino delle entrate (24.813 milioni); tale percentuale è sensibilmente inferiore a quanto previsto dalla normativa, dato che le variazioni in riduzione vanno dal 9,52 al 10,53%, a seconda del settore di attività. Per questo motivo, si ritiene che gli effetti di minor gettito derivanti dalle disposizioni in esame possano verosimilmente attestarsi su importi più significativi di quelli esposti in relazione tecnica”.
Rendite finanziarie – Sulle coperture stimate dal Tesoro e dal governo con l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie i tecnici affermano che “l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (dal 20 al 26%) prevista nel Dl Irpef potrebbe comportare possibili effetti di sostituzione che la Relazione tecnica non sembra aver preso in considerazione e che dovrebbero comportare una revisione al ribasso nella stima delle maggiori entrate”. Per i tecnici, infatti, “non sembra siano stati stimati possibili effetti sostitutivi che la nuova disciplina potrebbe determinare nelle scelte di investimento, ad esempio tra attività finanziarie nazionali ed estere, così come anche tra le prime e le attività reali (ad esempio immobili esteri o beni rifugio) a cui conseguirebbe un minor gettito”.
Rischio incostituzionalità – Altro punto controverso del bonus Irpef è legato alla tassa sulle quote di Bankitalia. In pratica, il D.L. prevede che la tassazione sulle plusvalenze derivati alle banche e alle assicurazioni dalla rivalutazione delle quote Bankitalia passi dal 12% al 26% e non sia più corrisposta in tre rate, ma in un’unica soluzione. Ciò potrebbe presentare, secondo i tecnici, profili di incostituzionalità.