I rischi – L’ente europeo presieduto da Mario Draghi ha indicato come, soprattutto per quel che concerne i cosiddetti Paesi emergenti, il trend dei mercati monetari e finanziari mondiali e le relative incertezze potrebbero finire per influenzare in maniera negativa la congiuntura economica generale. “Altri rischi al ribasso includono una domanda interna e una crescita delle esportazioni inferiori alle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro”, ha aggiunto la Banca centrale europea nel proprio bollettino mensile.
Il capitolo inflazione – Come di consueto, l’inflazione rappresenta uno dei punti sui quali si sofferma l’intervento che mensilmente diffonde l’istituto di Francoforte. L’auspicio è che i livelli attuali dell’indice inflazionistico possano essere mantenuti anche nei prossimi mesi; tant’è che, come ha già ribadito nelle scorse settimane, la Banca centrale europea manterrà a lungo i tassi sui livelli in corso o addirittura provvederà ad abbassarli ulteriormente. Nel bollettino l’Eurotower chiarisce che “le aspettative di inflazione per l’area dell’euro nel medio-lungo termine continuano a essere saldamente ancorate in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%”. In merito a ciò, l’istituto chiarisce altresì che al momento è in corso un prolungato periodo di bassa inflazione che sta coinvolgendo l’intera area euro e al quale farà seguito un modesto rialzo del tasso verso livelli inferiori, sebbene si stimino prossimi al 2%. L’ente bancario continua evidenziando che “le recenti indicazioni avvalorano appieno la decisione del Consiglio direttivo di mantenere un orientamento accomodante di politica monetaria finché sarà necessario; ciò sosterrà la graduale ripresa dell’economia nell’area dell’euro”.
Lavoro e riforme – Altro leitmotiv che ricorre ogni mese riguarda i livelli occupazionali della zona euro. La Banca centrale europea spiega infatti che la disoccupazione giovanile è cresciuta, anzi in Italia è arrivata addirittura a sfiorare il 40%, laddove in Grecia e Spagna il tasso oscilla tra i 50 e i 60 punti percentuali. Sul punto l’istituto di Francoforte ribadisce quanto già affermato in passato, ossia che gli sforzi fatti finora in tema di risanamento non dovrebbero essere vanificati, al contrario i Paesi dell’area euro “dovrebbero ricondurre i debiti pubblici elevati su un sentiero discendente nel medio termine”. Strumenti principali in questo processo di risanamento sarebbero quindi le strategie di bilancio, che “dovrebbero essere in linea con il Patto di stabilità e crescita e assicurare una composizione dell’aggiustamento favorevole alla crescita che coniughi il miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi pubblici con la limitazione al minimo degli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale”. Queste strategie dunque potranno avere un’importante valenza per quel che concerne una possibile ripresa economica solo qualora siano accompagnate dalla risoluta attuazione di riforme strutturali. Pertanto, conclude l’Eurotower, “i governi devono quindi proseguire le riforme dei mercati dei beni e servizi e del lavoro queste contribuiranno a migliorare il potenziale di crescita dell’area dell’euro e a ridurre i tassi di disoccupazione elevati in molti paesi”.
wordpress theme by initheme.com