Le conseguenze dirette – In prima battuta, il ‘Quantitative easing’ avrà sulle finanze del nostro Paese degli effetti diretti che, in buona parte, sono visibili già da ora nei mercati finanziari e valutari. Queste conseguenze in realtà sono dipese dall’annuncio. Infatti nel lasso di tempo intercorrente dal 6 novembre scorso, vale a dire quando il Consiglio della Bce ha avviato i preparativi per attuare il presente programma, al 22 gennaio dell’anno incorso, quando è stato fatto l’annuncio, i rendimenti sui titoli di Stato italiani a 10 anni si sono ridotti di circa 0,9 punti percentuali e il cambio nominale effettivo dell’euro si è deprezzato di poco meno del 7 per cento. Ulteriori effetti si potranno successivamente all’attivazione graduale degli altri canali di trasmissione.
Il tasso di cambio – Come abbiamo visto poc’anzi, una delle conseguenze immediate del programma di ‘Quantitative easing’ colpirà in maniera diretta i rendimenti dei titoli pubblici e privati che rappresentano l’oggetto dell’intervento. Da ciò ne conseguirà, in primis, che la struttura dei rendimenti di mercato si sposterà verso il basso provocando contestualmente un miglioramento delle condizioni di offerta del credito e generando altresì nuovi stimoli per gli investimenti. A trovare terreno fertile in questo scenario caratterizzato dall’aumento della liquidità e dalla riduzione dei tassi di interesse sarà certamente il deprezzamento del cambio. Stando così le cose, l’inflazione troverà un clima favorevole per innalzarsi, evitando il radicarsi di aspettative di deflazione: ne verrà fuori un’attività economica ulteriormente ricca di stimoli.
Fronte degli investimenti – Per quel che concerne gli investimenti, la Banca d’Italia ritiene certo che gli investitori si avvarranno di questa maggiore liquidità per riequilibrare il rispettivo portafoglio verso altre attività finanziarie più redditizie, magari non interessate direttamente dal programma avviato dalla Bce. In ogni caso, così facendo gli investitori trasmetteranno l’impulso monetario alla volta di una ben fornita gamma di strumenti di finanziamento del settore privato.
Ricchezza, inflazione e fiducia – Arriva, infine, il turno delle conseguenze nell’ambito della ricchezza, dei prezzi al consumo e dei consumi stessi. Anche su questo fronte Palazzo Koch ha dimostrato di riporre molta fiducia negli effetti del ‘Quantitative easing’. In primo luogo, si delinea una maggiore crescita dei consumi ascrivibile all’aumento del valore della ricchezza delle famiglie generato dall’incremento dei prezzi delle attività finanziarie e, in prospettiva, di quelle reali. Infine, la previsione di tutti questi benefici derivanti dall’applicazione del programma avviato dalla banca centrale funge da stimolo per consumi e investimenti, rappresentando un valido sostegno per le aspettative di inflazione e alimentando in senso positivo il clima di fiducia.
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