La delega al Governo
Si tratta, appunto, di una Delega al Governo per l’attuazione di ben tre direttive comunitarie:
– la direttiva 2014/23/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’aggiudicazione dei contratti di concessione;
– la direttiva 2014/24/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE;
– la direttiva 2014/25/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/C.
Il cammino è quindi molto lungo: dopo la Camera, infatti, occorrerà attendere il decreto delegato del Governo, ma le riforme sono sicuramente rilevanti e si giungerà alla compilazione di un unico testo normativo denominato “Codice degli appalti pubblici e delle concessioni”.
Il nuovo “Codice degli appalti” recherà le disposizioni legislative in materia di procedure di affidamento di gestione e di esecuzione degli appalti e delle concessioni disciplinate dalle tre direttive, ma sarà volto anche a garantire l’effettivo coordinamento con le ulteriori disposizioni normative in vigore nelle materie in oggetto.
Le novità
Alcune importanti novità riguarderanno la progettazione: viene infatti frenato l’appalto integrato (ovvero la progettazione insieme allo svolgimento dei lavori), con il principale fine di ridare un ruolo di primo piano ai professionisti.
Novità anche per quanto riguarda la concessioni autostradali, per le quali si stabilisce che dovranno sempre andare in gara, senza possibilità di proroga, con un’unica eccezione rappresentata dai casi in cui il controllo è esercitato dagli enti pubblici.
Vengono inoltre introdotti i costi standard per i lavori, così come vengono previste limitazioni del massimo ribasso.
Superato, inoltre, l’affidamento dei contratti attraverso procedure derogatorie.
Altro aspetto rilevante, che riguarda sempre i titolari di concessione, si sostanza nel fatto che questi ultimi dovranno mettere sul mercato tutti gli interventi svolti nell’ambito della concessione che è loro propria: le gare saranno necessarie solo per i lavori di importo superiore a 150.000 euro.
Un bel cambiamento rispetto al passato, che può essere pienamente compreso ove si pensi che finora era necessario appaltare almeno il 60% del valore complessivo.
Aumentano, infine, le prerogative dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, che dovrà “guidare” il mercato promuovendo bandi tipo, linee guida e circolari.
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