Se si volessero riassumere in poche righe la storia della rottamazione delle cartelle, quelle appena richiamate sarebbero sufficienti a dare un quadro abbastanza completo di quella che è stata un’agevolazione che, con il tempo, ha portato a un numero di adesioni veramente bassissimo.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di illustrare, non senza qualche difficoltà, quello che potrebbe attenderci da qui ai prossimi giorni.
La proroga
Il termine ultimo per la rottamazione delle cartelle è stato il 31 marzo, così come riportato anche sul sito di Equitalia.
Tuttavia, nei giorni scorsi, la commissione bilancio e finanze della Camera ha approvato un emendamento al D.L. 16/2014 (c.d. “Salva Roma-ter”), grazie al quale i termini per la sanatoria delle cartelle dovrebbero essere prorogati al 31 maggio.
Affinché il differimento diventi ufficiale, però, sarà necessario attendere l’esame della Camera dei Deputati, e, successivamente, l’approvazione del Senato.
Con ogni probabilità, pertanto, l’iter di conversione si concluderà i primi giorni del mese di maggio.
Se dovremo attendere perché il provvedimento diventi legge, le prime perplessità sono però già sorte.
In primo luogo è stato correttamente rilevato come la proroga del termine previsto per la rottamazione dei ruoli non abbia portato con sé la sospensione della riscossione.
Ciò significa, quindi, che Equitalia potrebbe riprendere le azioni cautelari ed esecutive sin dal 16 aprile (termine previsto dallo stesso dl 16/2014), sebbene ai contribuenti sia lasciata la possibilità di continuare ad aderire alla definizione agevolata dei ruoli.
Con ogni probabilità, nel corso dell’esame in Aula si cercherà di rimediare a questa proroga “zoppa”, ma a oggi il quadro non appare confortante, in quanto tra pochi giorni dovrebbe riprendere la normale attività dell’ente, provvisoriamente “congelata” dalla definizione agevolata dei ruoli.
Non è mancato tuttavia chi ha sottolineato come la mancata sospensione della riscossione sia in realtà parte di un più ampio disegno volto proprio a incentivare l’adesione alla rottamazione delle cartelle.
È infatti ovvio che un contribuente, raggiunto da un’intimazione di pagamento, davanti al rischio di un fermo amministrativo o, peggio ancora, di un pignoramento, sia indotto ad aderire molto velocemente alla definizione agevolata dei ruoli.
Insomma, un’arma in più per Equitalia, che non rimarrà bloccata in attesa dell’esame delle posizioni suscettibili di definizione agevolata.
È però da rimarcare come sia proprio la stessa Equitalia a opporsi, per prima, alla proroga dei termini per la rottamazione delle cartelle.
Le ragioni sono da rinvenirsi principalmente nella scarsa adesione che l’agevolazione ha incontrato, soprattutto nel mese di marzo, così come ampliamente descritto, numeri alla mano, con il comunicato stampa di Equitalia del 25 marzo.
Le ingiunzioni fiscali
Viaggiano invece su un diverso binario le ingiunzioni fiscali, per le quali è stata introdotta la possibilità di definizione agevolata con il ddl Zanda sugli enti locali (nel quale sono confluite le norme del salva Roma bis non recepite dal D.L. 16/2014).
Anche per le ingiunzioni di pagamento, pertanto, potrebbe essere ammesso lo stralcio degli interessi sui provvedimenti emessi fino al 31 ottobre 2013 e integralmente pagati, in un’unica soluzione, entro il 31 maggio 2014.
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