Il decreto legge, emanato dal Governo il venerdì santo, e passato agli onori del grande pubblico per le 80 euro mensili ai lavoratori, ha tra le sue maglie molte disposizioni rilevanti anche per le imprese.
Abbiamo infatti già parlato del taglio previsto per le aliquote Irap: un taglio che è stato disegnato secondo due distinte fasi.
L’abbattimento previsto per il 2014 non si riverserà, infatti, nella stessa misura, sugli acconti calcolati con il metodo previsionale, in quanto, per questi ultimi, sono state designate aliquote ad hoc.
Le nuove aliquote previste per l’anno 2014 (applicabili quindi dal 2015) sono pertanto le seguenti:
– Imprese e professionisti: 3,50% (in luogo dell’attuale 3,90%);
– Imprese agricole: 1,70 % (in luogo dell’attuale 1,90%);
– Banche e le imprese finanziarie: 4,20%, (in luogo del 4,65%)
– Assicurazioni: 5,30 % (in luogo del 5,90%)
– Imprese concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione di autostrade e trafori: 3,80% (in luogo del 4,20%).
Per la determinazione degli acconti, invece, le aliquote da considerare sono:
– Imprese e professionisti: 3,75% ;
– Imprese agricole: 1,80%;
– Banche e le imprese finanziarie: 4,50%;
– Assicurazioni: 5,70%;
– Imprese concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione di autostrade e trafori: 4%
Nessuna novità invece per gli acconti calcolati con il metodo storico, in quanto, come noto, per questi ultimi, l’importo da versare è parial 100% (per le società di persone e le imprese individuali) o al 101,50% (per le società di capitali) dell’imposta versata l’anno prima.
Le altre novità per le imprese – Le altre novità introdotte dal Decreto Irpef sono sicuramente meno favorevoli per le imprese: basti pensare, in tal senso, al necessario pagamento in un’unica soluzione (entro il 16 giugno 2014) dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni delle società, per la quale, quindi, non sarà più possibile optare per il pagamento in 3 rate.
Altra cattiva notizia riguarderà i creditori delle PA, i quali vedranno ridursi le possibilità di pagamento: a causa dei vincoli del Patto di stabilità, infatti, i pagamenti reali saranno circa pari a 5 miliardi, sebbene gli anticipi di liquidità agli enti debitori fossero pari a 8,77 miliardi.
Le novità per le famiglie – Diverse sono anche le novità per le famiglie, alcune favorevoli, altre decisamente meno.
In primo luogo merita di essere sottolineata la completa cancellazione della ritenuta d’acconto del 20% che era stata prevista per i bonifici esteri, ma, all’opposto, i contribuenti si troveranno a versare una maggiore aliquota sui redditi di natura finanziaria: l’aliquota del 20% salirà, dal 1°luglio, al 26%.
Saranno colpite dall’aumento non solo gli investimenti in titoli azionari e obbligazioni, ma anche gli interessi sui conti correnti postali e bancari e i depositi, nonché gli utili distribuiti dalle società di capitali.
È tuttavia consentito l’affrancamento delle plusvalenze latenti secondo la vecchia aliquota del 20% entro il 1°luglio.
Il ministero dell’Economia e dell’Agricoltura dovranno inoltre rivedere la mappa dei terreni agricoli di montagna e collina: si ridurranno quindi le aree che beneficiano dell’esenzione da IMU.
Altre novità riguardano infine, il versamento delle imposte. Dal 1° ottobre 2014, infatti, per le compensazioni e i versamenti di importo superiore a mille euro anche i contribuenti non titolari di partita Iva potranno utilizzare soltanto lo strumento telematico, e non si potrà quindi più ricorrere al modello F24 cartaceo.
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