Gli altri interventi – In merito ad un altro punto su cui il Consiglio di Stato aveva chiesto chiarezza, ossia il concetto che per ciascuna famiglia anagrafica il canone TV è dovuto una sola volta ed indipendentemente dal numero di apparecchi televisivi posseduti, il MISE ha ritenuto non necessaria tale specifica poiché ciò già lo si evince chiaramente al comma 153 lett. b) della Legge di Stabilità 2016 (Legge n. 208/2015) che ha introdotto la novità del canone RAI in bolletta.
Per le compagnie elettriche che gestiranno il servizio di addebito in bolletta, l’ex Ministro Franco Frattini aveva già anticipato che le aziende non subiranno alcun aggravio di costi di gestione per tale servizio e di conseguenza non avranno necessità di addebitare nessun costo in bolletta per l’utente e ciò poiché esse saranno compensate da fondi disponibili nel bilancio della stessa Amministrazione Finanziaria. Tale previsione, non era espressamente indicata nel decreto e pertanto sarà recepita espressamente. Il contribuente dovrà trovarsi in bolletta il solo addebito dei 100 euro relativo al canone RAI e nessun altro onere al riguardo. Ad ogni modo, si è stimato che i gestori del servizio riceveranno in modo forfettario 28 milioni di euro.
Infine, il decreto non prevedeva alcun richiamo alla tutela della privacy dei dati che necessariamente dovranno essere scambiati tra gli operatori coinvolti: ciò sarà messo nero su bianco nel decreto definitivo.
Conclusioni – Ad oggi, permetteteci di concludere e dire che l’unica cosa certa è che sembra si stia giocando un “ping – pong” in cui la palla passa tra Governo, Amministrazione Finanziaria, Consiglio di Stato e MISE con unici spettatori “il contribuente” (che deve/vuole pagare ma che non sa ancora come farlo) e la stampa (che non può far altro che portare alla luce i balzelli che quotidianamente si verificano) dove non si vede ancora un finale di partita e dove l’unico che sa di uscirne sconfitto (pur non giocando) è il cittadino.
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